Osaka, coinvolgente metropoli nel Kansai

Diario Giappone Osaka Shitenno Ji

Osaka, coinvolgente metropoli nel Kansai

Arrivo in Giappone nella frenetica Osaka, polo del business giapponese e città dalla movimentata vita notturna

 

In questo articolo vi parleremo di Osaka, la città più produttiva del Giappone, nella regione del Kansai. E’ difficile non rimanere colpiti da questa grande e frenetica metropoli, dove oriente e occidente si fondono in un mix perfetto. Abbiamo visitato Osaka nel maggio 2013, come prima tappa di un viaggio in Giappone lungo l‘isola dell’Honshu. Il paese del “Sol Levante” ci ha conquistato, e speriamo di poter condividere con voi questa splendida esperienza.
Buona lettura.

L’arrivo in Giappone lascia chiunque a bocca aperta. 

Scegliamo il Giappone ipnotizzati dall’idea dell’esperienza di un viaggio in un paese tanto diverso dal nostro. Per me e Marzia sarà la prima volta in oriente e non sapere cosa ci attende ci riempie di aspettative.

Pianifichiamo la partenza da Roma con un volo Lufthansa via Francoforte per Osaka. Esistono anche voli diretti, ma esclusivamente per Tokyo, mentre noi preferiremmo optare per un’itinerario lineare piuttosto che circolare, in modo da ottimizzare il tempo. In più c’è da dire che 13 ore di volo non sono poche, e la scelta della compagnia aerea è fondamentale per passare un viaggio comodo. Atterriamo così nell’aeroporto di Kansai, uno scalo costruito su una piccola isola artificiale nel golfo di Osaka. Guardare l’aereo atterrare sulla pista interamente circondata dal mare è la prima cosa che ci colpisce.

Diario-Giappone Osaka Kansai Airport

Ovviamente ci aspettavamo una discreta differenza culturale tra la nostra Europa e l’Oriente. Il primo ostacolo culturale che affrontiamo al nostro arrivo è la difficoltà di comunicazione, sia nel parlato che nella lettura gli ideogrammi. Qui l’inglese non è ancora una lingua comune, inoltre le indicazioni non sempre riportano la trascrizione in alfabeto latino. Tuttavia riusciamo a scavalcare questa non piccola barriera grazie alla disponibilità e all’altruismo che la popolazione nipponica dimostra nei confronti di noi turisti. Al nostro arrivo in aeroporto ci è capitato più volte che un passante si fermasse ad aiutarci se sembravamo avere un’aria persa, senza nemmeno glielo avessimo chiesto.

Seguiamo così le indicazioni per la stazione ferroviaria, dove prendiamo il treno che porta in città. Raggiunta la stazione di Namba proseguiamo a piedi fino al vivacissimo quartiere di Dotombori, dove abbiamo prenotato una camera presso l’hotel Holiday Inn.

Prime impressioni passeggiando per il Giappone.

Rimaniamo affascinati dalla via di Dotombori, piena di locali e cartelloni pubblicitari, anche se molte serrande sono ancora abbassate e le luci al neon spente. Decidiamo per il momento di non dedicare tempo alla visita dei dintorni perché è ancora mattina, e sappiamo che questo quartiere prende vita solamente nel tardo pomeriggio. Ciò non ci ferma però dal fare una sosta in un piccolo chiosco per assaggiare finalmente il mio primo Ramen, esperienza che aspettavo da una vita. La prima cosa a colpirci è che l’ordine e il pagamento vanno effettuato a una macchinetta self-service all’esterno del locale. Poi si entra per dare lo scontrino all’oste. Ovviamente il piatto non tradisce le aspettative e divoro la mia porzione di spaghetti in brodo in men’ che non si dica.

Diario Giappone Osaka Ramen

Al termine del pasto noleggiamo due biciclette e partiamo verso la nostra prima tappa: il castello di Osaka. Consiglio vivamente a chiunque di scegliere la bici come mezzo di trasporto. La bicicletta consente più che mai di guardarsi attorno e apprezzare i piccoli dettagli del tragitto, e in un paese come il Giappone i dettagli fanno la differenza. Lungo la strada mi perdo nel guardare il paesaggio urbano, caratterizzato dal tipico ordine e rigore nipponici. Piccoli negozi e botteghe si susseguono uno all’altro, e le strette facciate d’ingresso sono tappezzate di annunci pubblicitari a me incomprensibili. Il traffico scorre intenso ma regolare, composto da tante auto compatte e squadrate. Tutto è esattamente come le immagini che ho visto e rivisto nei fumetti, e mi diverte pensare che le tante storie che ho letto da adolescente fossero ambientate in un contesto così reale.

Il Castello di Osaka e il tempio Shi-Tennoji.

Raggiungiamo così il castello, nel parco cittadino. L’area del parco è molto vasta e si sviluppa tutt’attorno alla fortezza feudale, che salta subito all’occhio visti i suoi 58 metri di altezza. Per raggiungerla dobbiamo però oltrepassare l’ampio fossato e l’imponente cinta muraria. Lungo il percorso ci imbattiamo in diverse statue di antichi Daymio. Nonostante la folla l’atmosfera è particolarmente quieta e rilassante. Ci ritroviamo poco dopo di fronte al castello, che si erige davanti a noi in tutta la sua magnificenza. Decidiamo di entrare, ma ad attenderci c’è una deludente sorpresa. L’interno della struttura, che ci aspettavamo essere antica, è intermante in cemento armato, con tanto di ascensore. Il bastione è infatti una ricostruzione recente dell’antica roccaforte, più volte crollata in seguito a incendi e guerre. Ciò nonostante l’esterno dell’edificio è molto suggestivo, e al suo interno abbiamo avuto il piacere di visitare il museo della storia di Osaka.

Diario Giappone Osaka Castello

Lasciamo così l’area del Castello e ci dirigiamo a sud della città verso il tempio buddista Shitenno-Ji, nel quartiere di Tennoji. Fin da subito rimaniamo colpiti dalla cultura buddhista, alla quale ci stiamo approcciando per la prima volta. Nel cortile del tempio veniamo avvolti dall’odore di incenso e dal suono di gong, mentre un monaco nel tempio canta una soave melodia liturgica. Anche se non abbiamo idea del significato delle preghiere recitate nel canto, veniamo travolti da un senso di pace e serenità. Questo tempio è uno dei templi più apprezzati dai buddisti di tutto il Giappone, ma tra i visitatori locali i turisti occidentali sono davvero pochi. Ci tratteniamo ancora in questo luogo, affascinati dai fedeli in preghiera e dai monaci in tonaca arancione, e ovviamente non manchiamo di visitare la pagoda e lo scenografico cimitero monumentale, prima di rimetterci in sella e proseguire la scoperta della città.

Diario-Giappone Osaka Buddha

 

L’indimenticabile serata tra Umeda e Dotombori.

Raggiungiamo il quartiere finanziario di Umeda in metropolitana, dopo aver riconsegnato le biciclette. Si è quasi fatta sera e contiamo di goderci il panorama del tramonto dal “roof-top” dell’”Umeda Sky Building”, uno dei grattacieli più alti della città. Questo particolarissimo edificio è formato da due torri, unite da un’unica terrazza panoramica. Dopo essere saliti in ascensore, accediamo alla terrazza tramite una scala mobile sospesa nel vuoto tra le due torri. Per Marzia, che soffre di vertigini, l’esperienza si fa in un attimo terrificante. Fortunatamente tutto passa quando raggiungiamo la terrazza, da cui si gode di una splendida vista sulla città e su tutta la baia. Dopo il calare del sole iniziano ad accendersi le migliaia di luci di case, palazzi e lampioni, e questo brillante scenario si estende fin’oltre l’orizzonte.

Diario-Giappone Osaka Umeda Panorama

Scesi dal grattacielo decidiamo di fare ritorno a Dotombori. Bastano pochi minuti di metropolitana per lasciare il deserto quartiere finanziario ed essere catapultati nel marasma di Dotombori. Le centinaia di serrande che al mattino erano serrate sono ora l’accesso di ristoranti, bar, negozi e sale pachinko, e la via brilla di migliaia di luci al neon. Plachiamo la fame con una porzione di Takoyaki, che acquistiamo da un fast-food con un buffo cartellone ritraente un polipo. Passeggiando tra la folla ci lasciamo ispirare dalle vetrine su che ristorante scegliere. optiamo per una locanda che serve un piatto unico, lo Shabu Shabu, un mix di carni e verdure in brodo di miso. La particolarità è che il calderone viene servito a tavola crudo e messo su un focolare. Bisogna poi attendere che il contenuto raggiunga cottura desiderata, prendendo di tanto in tanto il cibo dalla pentola.

Diario Giappone Osaka Dotombori Night

Terminata la cena passiamo ancora qualche momento a passeggio per la strada affollata, ipnotizzati dal fracasso della frenetica movida notturna. Infine, vittime del fuso orario, rientriamo in hotel e crolliamo esausti. Dobbiamo recuperare ogni forza perché nella giornata successiva ci trasferiremo a Kyoto e lungo il tragitto contiamo di visitare la cittadina Nara, che custodisce alcuni dei templi più belli del Giappone.


Se ti è piaciuto questo articolo leggi anche gli altri racconti dedicati a questo viaggio in Giappone:

• Nara, perla della cultura giapponese
• Giappone, primo sguardo sull’Oriente: 2. Kyoto e la regione alpina di Nagano
• Giappone, primo sguardo sull’Oriente: 3. Tokyo, visita di Nikko e conclusioni sul viaggio

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