Nara, perla della cultura giapponese

Diario Giappone Nara Goshuin

Nara, perla della cultura giapponese

Gita in giornata nella piacevole Nara, località a due passi da Osaka e Kyoto,
“Patrimonio dell’Umanità” UNESCO

 

In questo articolo vi parleremo di Nara, graziosa cittadina un tempo capitale dell’impero, nella regione del Kansai. E’ impossibile non innamorarsi di questa perla di storia e cultura giapponese, ad appena più di mezz’ora di treno da Osaka o Kyoto. Abbiamo visitato Nara nel maggio 2013, durante un viaggio in Giappone lungo l‘isola dell’Honshu. Il paese del “Sol Levante” ci ha conquistato, e speriamo di poter condividere con voi questa splendida esperienza.
Buona lettura.

Il grande Parco Storico di Nara e i suoi affettuosi inquilini.

Ci svegliamo nel nostro hotel di Osaka, pronti a partire per lasciare la città e spostarci nella vicina Kyoto. Le due città disterebbero appena 24 minuti di treno proiettile, se scegliessimo la linea veloce. Noi però abbiamo intenzione di scegliere la linea locale, in modo da visitare Nara lungo il tragitto.

Nara, dichiarata patrimonio UNESCO nel 1998, è oggi una piccola e quieta cittadina del Kansai. Nel passato fu però capitale dell’impero giapponese ed epicentro della cultura buddista per circa 90 anni, dal 710 al 794. Per questo motivo il “Parco di Storico Nara”, una vasta area verde a ridosso della città, custodisce edifici di enorme patrimonio storico.

Partiamo zaino in spalla e in poco più di mezzora raggiungiamo la stazione di Nara. Qui lasciamo i bagagli nel deposito della stazione, tra l’altro gratuito, incamminandoci in taxi verso il parco storico. Poter effettuare una sosta, depositando i bagali e “visitare leggeri” una tappa intermedia, è un ottimo modo per risparmiare tempo durante un viaggio itinerante.

La prima cosa che salta all’occhio non appena si giunge nell’area del parco sono le centinaia di cervi sika popolano l’area. Questi graziosi animali abitano le montagne adiacenti la città, ma ogni giorno si spingono fino all’area urbana attratti dal cibo portato dai turisti. Questi cervi infatti non hanno alcun timore di avvicinarsi agli umani, diventando quasi molesti nel caso un turista sia in possesso di cibo. Noi non abbiamo provviste, ma nei paraggi troviamo più di una bancarella di “biscotti per cervi”. Non vogliamo lasciarci scappare l’occasione di stringere amicizia con questi splendidi animali. I cervi, da parte loro sembrano ricambiare la nostra voglia di amicizia, venendo a mangiare con aria affettuosa i biscotti direttamente dalle nostre mani.

Diario Giappone Nara Cervi

Il tempio Kofuku-Ji e la scoperta dell’Orihon.

Il primo santuario che visitiamo è il Kofuku-Ji, sul margine cittadino del parco. Appena entrati nel cortile del complesso ci ritroviamo di fronte numerosi fedeli. La folla gremisce l’area, ognuno intento in pratiche religiose. Alcuni pregano, altri praticano atti di fede, accendono incenso o scrivono i propri desideri su colorati cartoncini che appenderanno insieme ad altri migliaia di auspici.
Sul panorama svetta l’alta pagoda Goju-no-to, sviluppata su cinque livelli, la cui bellezza è indescrivibile. Ci mettiamo in fila per visitare l’interno di uno dei due grandi santuari ottagonali, che sono l’attrazione principale del complesso. Non possiamo fisicamente entrare nell’edificio, ma solo affacciarci per vederne l’interno, che custodisce raffigurazioni religiose e statue del Buddha. Di fronte alla grande porta i fedeli accendono incenso e suonano una campana. Decidiamo di seguire l’esempio della folla e per la prima volta interagiamo timidamente con la cultura buddista.

Diario Giappone Nara Wall

Entusiasmati decidiamo di provare qualche altro approccio alla “dottrina del Nirvana”. Notiamo un piccolo chiosco dalla discreta folla. Senza sapere cosa fosse ci accodiamo e completata la fila ci troviamo di fronte un monaco che ci tende le mani in attesa. Ci soccorre un passante, che capito il nostro smarrimento ci da qualche spiegazione in inglese. Ci dice che ogni tempio ha un “sigillo” e una preghiera, detti Go-Shuin. Il compito del monaco è imprimere il go-shuin sull’orihon dei fedeli. L’orihon, o shuincho, è un pregiato quaderno rilegato a fisarmonica, dove collezionare i go-shuin.
Dopo aver ringraziato l’uomo per la spiegazione, ci precipitiamo ad acquistare il nostro Orihon, scegliendone uno dalla copertina dorata. Completata nuovamente la fila, questa volta sapevamo cosa consegnare al monaco. Il nostro Orihon è diventato quindi la raffigurazione dell’itinerario del nostro viaggio, ed il più bel souvenir che abbiamo del Giappone. Se visiterete il Giappone non dimenticatevi perciò di procurarvi il vostro Orihon.

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Il Grande Buddha del Todai-Ji.

Proseguendo la nostra passeggiata nel Parco di Nara, alla scoperta dei suoi tesori. Raggiungiamo così l’ingresso di uno dei templi più conosciuti dell’intero Giappone, il celebre Todai-Ji. Ci rendiamo subito conto di quanto questo tempio sia amato dai Giapponesi, infatti la folla lungo l’ampio viale che porta al tempio è impressionante.
Tra le centinaia di visitatori, alcune comitive in gita scolastica fanno un po’ di baccano, distinguendosi dalla pacata folla e attirando la nostra attenzione. Tutti gli studenti sono vestiti in maniera identica, i ragazzi in completo scuro e le ragazze in divisa bianca e blu. Mi diverte notare come ancora una volta l’immagine del Giappone che mi ero fatto dai fumetti sia la medesima che nella realtà.
Mentre superiamo la scolaresca attraversiamo l’imponente portale d’accesso all’area del monastero. Qui passiamo sotto l’attento sguardo delle due imponenti statue messe a guardia del tempio.

Diario Giappone Nara Ritratto

Ci ritroviamo così nel giardino interno del complesso, proprio davanti il tempio del Todai-Ji. Questo grande padiglione custodisce al suo interno il più grande Buddha in bronzo al mondo. Entriamo e subito ci troviamo di fronte questa spettacolare rappresentazione del Daibutsu nella posa della meditazione, per un’altezza complessiva di 57 metri. Non è possibile ammirare il Buddha nella sua interezza, perché le colonne in legno del grosso edificio ne porzionano la vista. Notiamo una lunga fila di visitatori raggiungere proprio una di queste colonne, che alla base presenta un grande foro. La gente in fila si mette carponi e prova a passare attraverso l’apertura nella colonna. Chiediamo spiegazioni e ci viene detto che si crede che chi riesce a passare attraverso il foro avrà buona sorte nella vita successiva. Ci piacerebbe tentare di assicurarci questa fortuna, ma la fila è davvero troppo lunga e ci farebbe perdere troppo tento.

Diario Giappone Nara Todaij Buddha

Il Santuario Kasuga e la scoperta dello Shintoismo.

Torniamo sui nostri passi e usciamo dal Todai-Ji, percorrendo la strada che risale il pendio che porta alla parte più orientale del parco. Qui la vegetazione si fa più fitta, pian piano trasformandosi in bosco. Siamo intenzionati a raggiungere il Kasuga-Taisha, il santuario shintoista dalle migliaia di lanterne.

Diario Giappone Nara Viale

Lo shintoismo è la religione originaria del Giappone e le sue origini sono perse nel tempo. Il Buddismo al contrario venne importato dalla Cina più di millecinquecento anni fa. La dottrina shintoista venera i Kami, ovvero spiriti, che possono essere ricondotti a elementi naturali o personaggi realmente vissuti e dal glorioso passato. Le due religioni convivono da secoli, tanto che la gran parte dei giapponesi pratica lo Shinbutsu Shugo, ovvero una fusione delle due dottrine. Costoro credono che i Kami non siano che le rappresentazioni del Buddha nelle sue svariate forme.

Lungo il viale che porta al santuario, addentrandosi nell’ombroso bosco, centinaia di lanterne in pietra sfilano ai lati della strada, alternate solo da sporadici santuari. Raggiungiamo il tempio vero e proprio, una raffinata costruzione in legno dipinta quasi interamente in rosso vermiglio. Al suo interno troviamo ancora centinaia di lanterne in bronzo. Sarebbe bello assistere allo spettacolo delle lanterne accese, ma questo sfortunatamente accade solamente due volte l’anno in occasione di particolari celebrazioni. Ci accontentiamo della piacevole e rilassante camminata appena percorsa, tanto da rifarla a ritroso in direzione dell’uscita del parco di Nara.

Diario Giappone Nara Preghiere

Il Nara National Museum, una collezione imperdibile.

È ancora presto per prendere il treno per Kyoto, quindi all’uscita del parco decidiamo di perdere un po’ di tempo all’interno del museo cittadino. Il Nara National Museum è un elegante edificio lungo la via principale che taglia in due il parco. Al suo interno sono collezionate numerose statue del Buddha, armature giapponesi, raffigurazioni sacre, testi scritti e manufatti antichi. Le gloriose vestigia del passato giapponese sono esposte in modo molto scenografico, grazie anche ad un suggestivo effetto d’illuminazione. Passeggiare tra questa collezione è stata senza dubbio un’esperienza emozionante anche per noi che non siamo grandi amanti dei musei.

Diario-Giappone Nara National Museum

Finalmente è ora di incamminarci verso la stazione in vista del nostro treno. Notiamo che di fronte il museo stazionano un paio d’autobus dal nome “Nara Loop Line Bus”. Un cartello informa che il percorso passa dai principali punti d’interesse del parco e porta fino alla stazione ferroviaria in un tragitto anulare. Il biglietto è economico e i mezzi passano molto frequentemente. A saperlo prima avremmo evitato il taxi al nostro arrivo, anche perché i mezzi pubblici, oltre ad essere più economici, hanno un sapore meno turistico.
Raggiungiamo così la stazione dove recuperiamo le nostre valigie. Ci mettiamo così sulla strada per Kyoto, pronti a scoprire un altro pezzetto di Giappone


Se ti è piaciuto questo articolo leggi anche gli altri racconti dedicati a questo viaggio in Giappone:

• Osaka, coinvolgente metropoli nel Kansai
• Giappone, primo sguardo sull’Oriente: 2. Kyoto e la regione alpina di Nagano
• Giappone, primo sguardo sull’Oriente: 3. Tokyo, visita di Nikko e conclusioni sul viaggio

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